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Giovedì, 06 Giugno 2019
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I laboratori CVM nelle scuole

Il settore EAS di CVM non è solo formazione degli insegnanti delle Scuole di ogni ordine e grado, che pure è parte fondamentale del nostro lavoro. Ogni anno, grazie al supporto costante dei nostri docenti di riferimento, svolgiamo Laboratori didattici nelle Scuole su argomenti fondamentali quali la legalità, le risorse idriche, la migrazione. Essi sono parte integrante del nostro lavoro quotidiano, ci consentono di dialogare direttamente con le nuove generazioni e sensibilizzarle all’educazione allo sviluppo.

Solo tra Ottobre 2018 e Febbraio 2019, i nostri Educatori hanno coinvolto circa 630 studenti di 25 Classi scolastiche, in attività didattiche.

Testimonianza dei formatori volontari CVM

Ogni incontro in classe è un po’ un’incognita. Sconosciuti gli studenti, ignote le relazioni e le dinamiche tra coetanei, in dubbio quale sia il modo migliore per rompere il ghiaccio. Quando varchi la porta sai già che, nonostante hai ben chiaro il punto di partenza e di arrivo, le attività e i temi-chiave, ci sarà sempre qualcosa che obbligherà ad un cambio di registro. Di solito, c’è giusto qualche secondo per decidere se assecondare una nuova direzione – da una domanda inaspettata, un racconto imprevisto, una considerazione fuori dal comune – oppure restare sul tracciato. Quasi sempre, la prima scelta è quella che paga.
La prima carta da giocare è la novità: non è una lezione né un’interrogazione, via i banchi e via i quaderni. Metto la cattedra da parte, accostiamo i banchi alle pareti e formiamo un cerchio con le sedie. È già un primo passo per “destrutturare” la mente, oltre che il contesto. Per un’ora o due non servirà prendere appunti, ma parlare e sperimentare insieme. Brainstorming, lavori in gruppo e a coppie, seduti o in movimento, collage, post-it, disegni, domande e risposte che prendono forma con il contributo di ognuno. Possibilmente. Uno. Alla. Volta.
Si comincia con un giro di nomi. Anche se il tempo è poco, voglio che ci sia lo spazio affinché ognuno si presenti. Sapete che facciamo oggi? No? Un respiro. E si parte.

Regole e Costituzione
Provate a chiedere a una classe di tredicenni del loro rapporto con le regole quando il loro unico desiderio è andare contro il mondo, meglio se a testa bassa. Le regole, parole loro, sono “tante”, anzi “troppe”: un “obbligo” o un “dovere” per i “sottoposti”, che devono “obbedienza” e “rispetto” agli adulti a “casa” e a “scuola”. Da qui a considerarle strumento di “libertà” e “responsabilità” ce ne passa. Cerchiamo di scoprire insieme se ci sono regole diverse da quelle che – è automatico – vengono in mente. Ed è qui che prendo in mano la Costituzione: si parla di pari dignità senza alcuna discriminazione, di valori inviolabili da riconoscere, di ripudio della guerra. Secondo voi – chiedo – sono principi tutelati o no? E perché? Si passa da parlare delle possibilità di ottenere un lavoro agli episodi di razzismo, alla disuguaglianza tra uomo e donna. Perché a volte basta “solo” calare temi apparentemente lontani e astratti nella vita vera, la loro. Sono “troppe”, ad esempio, le regole che dovevano essere rispettate per evitare la strage alla “Lanterna Azzurra” di Corinaldo? Il dado è tratto, e i ragazzi hanno tanto da dire.

Acqua e solidarietà
Da quarant’anni CVM porta avanti progetti idrici in Etiopia, contribuendo ad un consistente miglioramento della qualità della vita in molte delle zone rurali del territorio. Aprire una finestra sull’accesso all’acqua potabile in classe vuol dire far ragionare bambini e ragazzi su qualcosa che da questa parte del mondo è quasi scontata. A partire dal loro immaginario sull’Africa (deserto, caldo, leoni…) si fa un salto dritti nelle foreste etiopi per scoprire, grazie anche a foto, video e testimonianze, di quale Africa si parla, delle differenze e dei tratti in comune, per arrivare a riflettere insieme sull’importanza di creare gesti concreti, grandi e piccoli, che possono davvero cambiare la vita di molti.

Migrazione, stereotipi e pregiudizi
Oggi le classi, oltre ad essere ognuna un universo a sé, racchiudono anche molti Paesi del mondo. A causa dei flussi migratori, degli spostamenti sempre più frequenti e diffusi, è difficile in questo momento storico non immaginare una scuola interculturale. Nonostante ciò, la migrazione resta uno dei temi più caldi del momento, ed è facile che sui banchi di scuola arrivino tensioni e pressioni che ora sembrano imporsi più che in passato. Per questo è importante creare uno spazio di accoglienza per le storie di viaggio – a volte di abbandono di una terra dove restano le radici – che bambini e ragazzi si portano dietro insieme ai libri. Ma anche ragionare insieme sui meccanismi della mente – dagli stereotipi ai pregiudizi – pericoloso trampolino di lancio che può portare al dilagare dell’hate speech, così come a fenomeni di emarginazione ed esclusione nei confronti di chi è considerato “diverso”. Le molteplici appartenenze culturali diventano così una carta vincente per avviare in classe una discussione sull’importanza di andare oltre le idee preconcette sull’altro. Ma anche da tenere insieme con cura e attenzione. A poche settimane dalla sparatoria di Macerata parlare di migrazione è stata una doppia sfida. Ma anche una doppia necessità, di fronte alla quale i ragazzi non si sono tirati indietro.

http://scuola.cvm.an.it/

Ultima modifica il Giovedì, 06 Giugno 2019 17:42