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L’EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA GLOBALE COME SELETTORE CURRICOLARE

Questo è il secondo articolo della serie: "ECG: istruzioni per l'uso". Scarica tutti gli articoli nell'apposita sezione della nostra Biblioteca.

La progettazione curricolare: un aspetto fondamentale della professionalità del docente

Sappiamo che l’idea di un programma che guidi l’insegnante nelle attività didattiche è una concezione superata da tempo, anche se è ancora presente nella pratica di molti docenti.

Al posto di un programma unico e prescrittivo esistono oggi indicazioni ministeriali che costituiscono solo un quadro di riferimento generale a livello nazionale: forniscono le finalità della formazione scolastica, i profili in uscita dai diversi cicli, gli assi culturali in cui far convergere le varie discipline, alcuni suggerimenti teorici sui processi di apprendimento come base per le scelte dei metodi di insegnamento.

Poi però, il compito di decidere e organizzare le attività didattiche dell’istituto spetta alle singole scuole, non solo come espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica, ma specialmente come capacità di adeguare la proposta formativa alle caratteristiche del territorio, alle esigenze degli studenti e anche alle evenienze del presente (per esempio oggi è importante aiutare gli studenti a leggere i processi migratori e i cambiamenti climatici, vent’anni fa invece le priorità andavano probabilmente alle guerre o alle pandemie). La progettazione del curricolo, quindi, non è uguale per tutte le scuole e non rimane sempre la stessa, ma è il prodotto della costruzione collettiva degli insegnanti di ogni istituto, risultato della ricerca e dell’innovazione educativa in un dato luogo e in un dato tempo.

Oggi, dunque, la professionalità del docente non sta tanto nel conoscere la sua materia e saperla spiegare, ma nel possedere due tipi di competenze:

  • la prima, relativa alla progettazione curricolare, che consiste nella capacità di individuare le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte didattiche più significative, le strategie più idonee, con attenzione all’integrazione fra le discipline, per permettere agli studenti di sviluppare le competenze disciplinari e di cittadinanza previste;

  • la seconda, relativa alla gestione del gruppo classe, che consiste nella capacità di tutoring, nel controllo delle dinamiche in classe, nella valutazione iniziale, in itinere e sommativa.

Per realizzare una progettazione curricolare

Progettare un curricolo per uno specifico anno di corso, ciclo scolastico o indirizzo di studi significa rispondere a tre domande strettamente intrecciate tra loro:

  1. Che cosa insegno? Ogni materia offre la possibilità di studiare una gran quantità di contenuti e di farlo in un ordine che non deve necessariamente essere quello canonico (per esempio se è logico affrontare lo studio delle figure piane prima dei solidi, non c’è ragione di leggere l’epica prima della letteratura contemporanea). Non è possibile affrontarli tutti, tanto più che le problematiche del presente impongono all’attenzione nuovi argomenti che spesso devono essere affrontati in modo interdisciplinare. Ma il tempo a disposizione è poco e quindi devo inevitabilmente individuare priorità e fare scelte. Per farle, quali criteri posso usare?

  2. Perché? Quali sono le ragioni per cui scelgo un argomento oppure propongo un certo percorso didattico? Quali sono gli obiettivi che mi propongo di ottenere? Dato che lo scopo dello studio scolastico non sta nell’apprendimento di nozioni, ma nello sviluppo di competenze, gli argomenti che propongo agli studenti devono essere tali da permettere la crescita sia di competenze relative agli ambiti disciplinari, sia quelle di cittadinanza attiva. E questo è già un ottimo criterio per decidere quali percorsi didattici inserire nel curricolo.

  3. In che modo? Quali sono le metodologie migliori per ottenere lo sviluppo delle competenze? Sappiamo che una didattica trasmissiva, basata sulla lezione e il libro di testo, fornisce informazioni, ma difficilmente sviluppa competenze, incluse quelle disciplinari. Anche in questo caso si impone una scelta diversa: una didattica attiva che veda gli studenti partecipare a una ricerca o alla realizzazione di un prodotto? Un approccio interdisciplinare, capace di spiegare meglio la complessità di un argomento? Uno studio che utilizza fonti ricavate da media diversi e con linguaggi diversi? In base a queste opzioni metodologiche, è possibile selezionare i temi/problemi che possono essere trattati con più successo se si utilizzano questo tipo di strategie didattiche.

L’Educazione alla Cittadinanza Globale come selettore per il curricolo

Un criterio molto importante per compiere le scelte richieste dalla progettazione curricolare può essere l’approccio educativo fornito dall’Educazione alla Cittadinanza Globale e non solo perché questa è indicata dalla comunità internazionale come uno degli obiettivi dell’Agenda Globale per lo Sviluppo Sostenibile 2030 e quindi, in qualche modo, siamo tenuti a inserirla nelle nostre progettazioni.

Infatti i grandi temi proposti dall’ECG, essendo problemi del mondo in cui viviamo, possono suscitare l’interesse degli studenti e sappiamo che la motivazione è la prima componente del successo nello studio. Inoltre richiedono un’analisi interdisciplinare che, da una parte permette di imparare e utilizzare concetti e procedure delle materie in situazioni concrete e non nell’astratto dei capitoli dei manuali, dall’altra insegna ad affrontare i fenomeni complessi dove il sapere scientifico e quello umanistico devono per forza incontrarsi. Infine argomenti come le disuguaglianze, i diritti, il rapporto tra uomo e ambiente, le migrazioni o le società multietniche invitano ad attività di ricerca, di riflessione e di coinvolgimento personale. Portano a lavorare in gruppo, a impostare e risolvere problemi, a trovare informazioni e valutarle criticamente, a individuare collegamenti e relazioni, tutte competenze richieste nei profili di uscita degli studenti.

Sicuramente utilizzare l’ECG nella progettazione curricolare implica che la formazione scolastica non sia neutrale. Ma questo non comporta schieramenti ideologici, bensì l’adesione a questi tre valori:

  1. lo sforzo di comprendere i problemi non in modo unilaterale, ma nella loro complessità

  2. l’esplicitazione del punto di vista da cui si interpretano i problemi

  3. il riconoscimento che l’acquisizione della conoscenza comporta una responsabilità individuale e collettiva.

Questo schema prova a sintetizzare gli elementi della progettazione curricolare:

Il curricolo Marina Medi ECG come selettore curricolare

Il curricolo consiste in una serie di percorsi didattici su temi e problemi, con carattere modulare, capaci di motivare gli studenti e di proporre un lavoro disciplinare o interdisciplinare di ricerca e di produzione collettiva.

Due componenti in interazione tra loro permettono di scegliere gli argomenti di questi percorsi: i nuclei fondanti delle discipline (cioè i concetti, le procedure e i temi centrali di ogni disciplina) e i contenuti e le finalità dell’ECG.

Il lavoro, affrontato con metodologie attive e interattive, permette di sviluppare competenze disciplinari e di cittadinanza attiva.

Infine, almeno nella scuola secondaria di II grado, è opportuno dedicare un po’ di tempo per presentare agli studenti come nel corso del tempo le discipline siano diventate specifici organizzatori dei saperi; mostrar loro come questa scansione delle conoscenze si rifletta nella scuola, nell’editoria e nell’accademia, anche se oggi il mondo della ricerca richiede sempre più l’interazione e la collaborazione dei diversi ambiti di conoscenza.


Autrice

Marina Medi: Ha insegnato italiano e storia. Dal 1993 è formatrice degli insegnanti in particolare sulla progettazione curricolare di storia. Fa parte del direttivo dell'associazione IRIS ed è socia di Clio92 e del CRES Mani Tese.

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Ultima modifica il Martedì, 09 Giugno 2020 17:43