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Fake news, diaspora curda e invasioni barbariche: studiare le migrazioni al Liceo Tasso

Coinvolta come facilitatrice didattica e autrice dell’Unità di Apprendimento sulle Migrazioni globali di Get Up and Goals!, la professoressa Antonella Fucecchi del Liceo Ginnasio Torquato Tasso di Roma ha poi portato in classe questo percorso didattico. Per farlo ha scelto le ore di Geo-Storia con i ragazzi e le ragazze del II C.

Durante la sperimentazione i 25 alunni sono stati divisi in cinque gruppi di lavoro, ciascuno dedicato ad un diverso aspetto del tema migrazioni globali.

SCARICA DI SEGUITO LE PRESENTAZIONI DEGLI STUDENTI E DELLE STUDENTESSE DEL II C

  1. Migrazioni nella storia, a cura di Benedetta Antonelli, Caterina Di Salvo, Beatrice Fabiani, Francesco Maria Fabrizio, Emma Picheo
  2. L’emigrazione italiana, a cura di Eleonora Di Maggio, Guia Di Matteo, Lavinia Marotta, Matilde Scorza e Sarah Zajac
  3. Colonialismo e migrazione, a cura di Riccardo Carpino, Gabriele Marano, Edoardo Ponzani, Eugenia Stigliano, Filippo
  4. Migrazioni e comunicazione, a cura di Francesco Bilotta, Elena Cerase, Andrea Greco, Teresa Moro, Patrick Perlas
  5. Cinque modelli di integrazione, a cura di Benedetta Avella, Alessia Cristallino, Elena Galletta, Elena Mené, Livia Pruccoli

Studenti e studentesse si sono detti molto incuriositi dai temi proposti e, nonostante alcune inevitabili difficoltà logistiche e organizzative e l’impegno extra-scolastico richiesto, hanno apprezzato il fatto di poter lavorare su iniziativa individuale e condividere poi con i compagni le scoperte e le informazioni apprese. 

Già l’anno scorso avevamo fatto progetti di gruppo – dice Edoardo ma che assolutamente non avevano avuto i risultati sperati. Non erano argomenti che interessavano in generale la classe. Questa volta invece la novità che è piaciuta a noi tutti è stata che i temi erano particolarmente interessanti.”

Continua Riccardo: “Non è stato un lavoro semplicissimo perché la professoressa ha voluto darci linee guida non troppo definite così da metterci alla prova. Siamo stati noi a dover reperire il materiale, il che, in alcuni casi, era complicato.” 

La decisione di lasciare spazio all’iniziativa di ciascun gruppo ha portato i ragazzi a suddividersi il lavoro: ciascuno ha approfondito una micro-area del tema di riferimento. 

Lavorare in gruppo non è semplicissimo – dice EugeniaInnanzitutto, c’è tanto lavoro individuale da fare per sé e poi anche organizzare il gruppo non è proprio facile. Bisogna impegnarsi a far bene la propria parte anche per esporre al meglio a nome di tutti.” 

Le fa eco Livia: “Nel mio gruppo dovevamo analizzare 5 modelli di integrazione di 5 nazioni diverse, quindi la divisione è stata molto semplice perché eravamo 5 membri e dunque abbiamo assegnato una nazione ciascuno. La principale difficoltà è stata trovare argomenti di interesse per tutti. Perché si rischiava di ripetere per mezz’ora semplicemente leggi e quindi fare un lavoro molto noioso.” 

Il tema delle Migrazioni globali ha affascinato i ragazzi sotto molti punti di vista. 

Intanto è stato fondamentale conoscere le migrazioni dal punto di vista storico – dice Edoardo. Mi ha particolarmente colpito l’esposizione di un mio compagno che oggi non è presente, Francesco, che ha parlato delle fake news e di come a volte anche i politici dicano cose che non sono vere o che, più spesso, sono vere solo parzialmente. Questo crea confusione nelle persone che se poi non vanno ad approfondire certi argomenti, come invece a noi è capitato di fare, si fermano a quei dati lì dunque non hanno un quadro completo”.

Beatrice e il suo gruppo hanno analizzato il corso delle migrazioni durante le varie fasi dello sviluppo dell’uomo e hanno appreso che “le migrazioni sono partite dall’homo sapiens, dunque non sono un fenomeno moderno, quindi non andrebbero viste come una cosa di cui preoccuparsi, ma semplicemente come il corso normale della storia. Questo lavoro ci ha molto aiutato anche a capire meglio come funziona e cosa può succedere durante i fenomeni migratori.

Anche Caterina ha lavorato a “migrazioni nella storia”, analizzando in particolare le invasioni barbariche e l’invasione mongola. “Ero totalmente ignara che i vari paesi europei abbiano una diversa percezione delle invasioni barbariche. Infatti, in Italia, in Francia, in paesi di origine romana, vengono chiamate ‘invasioni barbariche’, mentre in Inghilterra oppure in Germania si chiamano ‘migrazioni di popoli’ e questo mi ha molto colpito perché deriva proprio da una diversa percezione storiografica. In Francia o in Italia sono considerate negative, mentre per esempio in Germania sono considerate positive”.  Su questo tema continua Benedetta: “Ci siamo rese conto che non dobbiamo stupirci più di tanto dei fenomeni migratori perché hanno caratterizzato la nostra specie fin dalle origini e quindi non hanno avuto solamente lo scopo di popolare terre disabitate oppure rinforzare popolamenti già in atto, ma hanno portato con sé un corredo genetico-culturale e sicuramente hanno contribuito alla formazione delle specificità che adesso caratterizzano le popolazioni della Terra, che non sono ovviamente sempre state le stesse, ma sono in continua evoluzione grazie appunto alle migrazioni e quindi al melting pot che si crea”.

Tra gli ambiti di studio c’era anche quello della rappresentazione delle migrazioni da parte dei media. Teresa, tra i partecipanti al gruppo dedicato, ha analizzato alcuni siti web, sia governativi che di controinformazione, e ha fatto una panoramica dei film più importanti che negli ultimi anni hanno trattato questo tema. “Ho scoperto nuovi aspetti della migrazione che non conoscevo. Sono stata colpita dallo scoprire siti web come Valigia Blu e Parole O_stili. Non li conoscevo, non li avevo mai visti. Inoltre, ci sono anche siti istituzionali, che lasciano ai migranti stessi la possibilità di raccontare le proprie esperienze e secondo me questa è una cosa bellissima”. 

Avendo studiato i diversi modelli dell’accoglienza in alcuni paesi europei, oggi Elena si sente più preparata a sostenere una conversazione su questo tema così attuale: “Sicuramente tutte le informazioni sono state importanti per noi. Io ho scoperto soprattutto le motivazioni per cui queste persone vengono accolte o respinte. Se mi trovassi a discutere con una persona sul perché io sono a favore delle integrazioni sicuramente avrei un bagaglio culturale molto più ampio e saprei motivare le mie opinioni.

Analizzando con il suo gruppo le diaspore di alcuni popoli, Benedetta è rimasta colpita dal diverso livello di interesse che alcuni temi suscitano rispetto ad altri. “Mi sono soffermata su due tipi di diaspora, quella armena e quella curda. E confrontandomi con il mio compagno di classe che si è occupato di quella ebraica ci siamo resi conto di quante informazioni ci fossero su quella ebraica, che è sicuramente quella più conosciuta, e di quanto sia stato difficile cercare informazioni su quella curda e armena. La lettura della Masseria delle Allodole che abbiamo fatto in classe, della Arslan, a me ha aiutato abbastanza per quanto riguarda la ricerca sugli armeni, però per i curdi è stato molto più complicato e fortunatamente io avevo letto un fumetto di ZerocalcareKobane Calling – che parlava della diaspora curda. Cercando su internet ho davvero trovato poche informazioni e questo mi dispiace perché non mi sembra giusto che una diaspora importante come quella curda e anche così attuale sia messa più o meno in ombra da quella ebraica”.

A mettere d’accordo tutta la classe è il giudizio positivo sulla sperimentazione, sia per i risultati ottenuti sia per l’importanza degli argomenti approfonditi.

Il valore di questo progetto – dice Livia non è tanto studiare per conto proprio l’argomento che viene assegnato a ognuno dal proprio gruppo e dalla professoressa, ma poter ascoltare i lavori degli altri. Molto spesso le cose più interessanti arrivano da quello che ci raccontano gli altri. Anche a me aveva colpito molto la parte dedicata alle fake news o anche quella dedicata al cinema. Secondo me sarebbe importante estendere il progetto anche ad altre scuole perché la geografia fisica tradizionale si studia già sufficientemente”.

 Alla fine del percorso, la professoressa Fucecchi ha voluto riconoscere l’impegno e la collaborazione di tutta la classe premiandola pubblicamente durante un evento di Istituto.

Questo riconoscimento non ce l’aspettavamo dice Livia a nome della classe. Infatti, sia io sia il mio compagno di classe rappresentante abbiamo fatto un discorso tremendo davanti a tutta la scuola. Comunque, secondo me è stato un riconoscimento importante. Io ho conservato l’attestato che ci hanno dato e ho intenzione di appenderlo all’inizio dell’anno prossimo in classe perché è un motivo di orgoglio essere premiati davanti a tutta la scuola non come eccellenza singola, ma come classe.

Il CISP e tutti i promotori di Get Up and Goals! ringraziano profondamente gli studenti e le studentesse del II C e la professoressa Fucecchi per aver condiviso le loro riflessioni sulla sperimentazione e per l’impegno dimostrato durante tutto l’anno scolastico. Un impegno che ha già dato ottimi frutti e che siamo felici di poter anche noi lodare pubblicamente.

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Ultima modifica il Lunedì, 05 Agosto 2019 09:18